La lentezza come pratica creativa

Quando ho iniziato a lavorare con la ceramica, la prima cosa che ho dovuto imparare è stata a rallentare. L’argilla non si presta alla fretta: ha i suoi tempi, va lasciata asciugare, va osservata. All’inizio può risultare difficile per chi è abituato a ritmi serrati, ma è proprio questo uno dei suoi grandi insegnamenti.

Lavorare con l’argilla significa accettare l’imprevisto, imparare a convivere con l’errore e trasformarlo in parte del processo. Non si tratta solo di creare oggetti, ma di creare uno spazio mentale diverso, dove la lentezza diventa una risorsa. Non esistono scorciatoie, e ogni fase – dalla modellazione, all’asciugatura, alla cottura – ha bisogno di tempo.

Con il tempo ho capito che questo modo di lavorare non solo ha cambiato il mio approccio creativo, ma anche il mio modo di vivere. Ogni oggetto creato lentamente è un esercizio di presenza, un modo per tornare a se stessə e stare nel “qui e ora”.

Lavorare in laboratorio diventa atto di cura verso la materia ma anche verso sé. È un invito continuo a rallentare, osservare, ascoltare. E alla fine, quello che resta tra le mani non è solo un oggetto, ma l’esperienza di averlo creato.